Credito d’imposta

Il credito d’imposta spetta alle persone che hanno venduto la propria abitazione, acquistata con le agevolazioni fiscali prima casa, entro un anno e con i soldi della vendita dell’immobile acquistano un’altra abitazione non di lusso (anche se non ultimata) costituente prima casa.

Il credito d’imposta spetta ai contribuenti nella stessa misura applicata al primo acquisto agevolato. In ogni caso, non può essere superiore all’imposta dovuta in relazione al secondo acquisto.

Il credito d’imposta acquisto prima casa, può essere utilizzato:

in diminuzione dell’imposta di registro dovuta in relazione al nuovo acquisto;
in diminuzione delle imposte di registro, ipotecaria, catastale, dovute su denunce e atti presentati dopo;
la data di acquisizione del credito;
in diminuzione dell’Irpef dovuta in base alla prima dichiarazione successiva al nuovo acquisto;
in compensazione con altri tributi e contributi dovuti in sede di versamenti unitari con il modello F24.
Per fruire del credito d’imposta, è necessario che il contribuente manifesti tale volontà con apposita dichiarazione nell’atto di acquisto del nuovo immobile, specificando se intende utilizzarlo in detrazione dall’impo- sta di registro dovuta per lo stesso atto.
Se, per errore, la dichiarazione è stata omessa, è comunque possibile integrare l’atto originario di acquisto con la stessa. In tal caso, non è preclusa la spettanza del credito d’imposta, sempre che il contribuente sia in possesso della documentazione comprovante l’effettiva sussistenza dei requisiti.

Quando Non Spetta il Credito d’Imposta per il riacquisto della prima casa?

Ai contribuenti Non spetta il credito d’imposta, se decadono i requisiti per fruire delle agevolazioni fiscali per l’acqusto della prima casa, pertanto, il credito d’imposta per il riacquisto non spetta nelle seguenti ipotesi:

se il contribuente ha acquistato il precedente immobile con aliquota ordinaria, senza usufruire del beneficio prima casa;
se il nuovo immobile acquistato non ha i requisiti prima casa;
se l’immobile è stato ricevuto dal contribuente per successione o donazione, salvo il caso in cui sul trasferimento siano state pagate le relative imposte usufruendo delle agevolazioni prima casa.

 

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Requisiti per ottenere il bonus 2018

A chi spetta bonus prima casa 2018? Per accedere alle agevolazioni acquisto prima casa, occorre essere in possesso di determinati requisiti.

Vediamo quindi quali sono i requisiti bonus prima casa 2018:

1) Agevolazioni acquisto prima casa 2018 requisito della categoria catastale immobile: Per fruire delle agevolazioni acquisito prima casa, l’immobile non deve essere rientrare nelle categorie catastali: A1, A8 e A9. In sede di stipula dell’atto di trasferimento dell’abitazione, il contribuente oltre ad attestare la sussistenza dei requisiti e delle condizioni per usufruire dell’agevolazione, deve dichiarare anche la classificazione dell’immobile, in quanto solo alcune categorie catastali,  possono beneficiare dell’aliquota agevolata.

Pertanto, le sole categorie che beneficiano delle agevolazioni prima casa sono:

A/2 (abitazioni di tipo civile);
A/3 (abitazioni di tipo economico);
A/4 (abitazioni di tipo popolare);
A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare);
A/6 (abitazioni di tipo rurale);
A/7 (abitazioni in villini);
A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi).
2) Agevolazioni acquisto prima casa 2018: la residenza: L’immobile per fruire delle agevolazioni prima casa deve trovarsi nello stesso Comune, in cui il beneficiario delle agevolazioni, stabilisce la residenza entro 18 mesi dall’acquisto. La volontà a trasferire la residenza entro il tempo previsto, deve essere, pertanto, dichiarata formalmente da chi acquista, pena la decadenza dei benefici, nell’atto di acquisto dell’immobile. A tale proposito, ricordiamo che ai fini della corretta valutazione del requisito della residenza, il cambio si considera ufficialmente effettuato, nella data in cui l’acquirente rende la dichiarazione di trasferimento al Comune.

Spettano comunque le agevolazioni prima casa, anche se:

l’immobile si trova in un altro Comune, dove però l’acquirente, svolge una qualche attività, non per forza remunerativa, ma anche di studio o volontariato;
l’acquirente, è stato trasferito all’estero per ragioni di lavoro, nel Comune in cui ha sede o l’attività l’azienda per cui lavora;
l’acquirente è un cittadino italiano che si è trasferito all’estero. In questo caso, la condizione di emigrato può essere dimostrata mediante il certificato di iscrizione all’AIRE o un’autocertificazione resa nell’atto di acquisto.
3) Per beneficiare e richiedere le agevolazioni prima casa, inoltre, l’acquirente deve dichiarare nell’atto di acquisto:

di non essere titolare, esclusivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione, di un’altra abitazione ubicata nello stesso comune dove si trova l’immobile oggetto delle agevolazioni. Con la legge di stabilità 2016, questo requisito è cambiato, ora è possibile ottenere agevolazioni fiscali, purché la vecchia casa sia stata acquistata con le agevolazioni.
di non essere titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio nazionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà, su altro immobile acquistato, anche dal coniuge, usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa. Tale requisito però, è stato modificato ed ora c’è la possibilità per i contribuenti di poter acquistare un nuovo immobile con i benefici prima casa, a patto che il vecchio immobile agevolato, sia alienato entro un anno dalla data dell’atto. Nel caso in cui tale condizione non si realizzi, si renderanno applicabili le imposte ordinarie, gli interessi e la sanzione del 30% sulla differenza d’imposta

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Tutti i bonus per la casa 2018

Il 2018, inoltre, sarà sicuramente ricordato come l’anno dei lavori in casa. Sono molteplici, infatti, le agevolazioni previste per chi voglia ristrutturare casa o procedere nell’acquisto di mobili ed elettrodomestici. Sul punto si consiglia la lettura delle seguenti guide: Lavori in casa: tutti i bonus del 2018Bonus mobili 2018: cosa sapere per non sbagliare.
Da non dimenticare, inoltre, l’introduzione del nuovo bonus verde e giardini, per chi voglia risparmiare sul verde privato in giardino, sul balcone ed anche in condominio. Per saperne di più, leggi: Bonus verde e giardini: come risparmiare sul verde privato.

Reddito di inclusione e risparmio sulle bollette
Fondamentali, infine, gli aiuti economici per le famiglie meno abbienti. Sul punto si rimanda alla lettura degli articoli: 485 euro al mese: ecco il nuovo reddito di inclusioneReddito di inclusione: ora aumenta a 534 euro.

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Bonus nido 2018, bonus mamme domani e bonus bebè

Ai figli nati o adottati dal 1° gennaio 2016 spettano importanti agevolazioni economiche per il pagamento delle rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati. Sono, inoltre, previsti dei contributi in favore dei bambini che necessitano di assistenza domiciliare. Si tratta del cosiddetto Bonus asilo nido. Ed infatti, nell’ambito degli interventi normativi a sostegno del reddito delle famiglie, la legge ha disposto che ai figli nati dal 1° gennaio 2016 spetta un contributo di massimo mille euro, per il pagamento delle rette degli asili nido pubblici e privati. Sono previste, inoltre, forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da patologie croniche. Il bonus richiesto – sia che si tratti del bonus asilo nido, sia che si tratti del bonus per forme di supporto presso la propria abitazione – è corrisposto direttamente dall’Inps su domanda del genitore.

Bonus asilo nido 2018: come funziona
Il bonus asilo nido viene erogato con cadenza mensile, parametrando l’importo massimo di mille euro su 11 mensilità, per un contributo massimo di 90,91 euro per ogni retta mensile pagata e documentata. Il contributo mensile erogato dall’Inps non può eccedere la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta. Il bonus per le forme di supporto presso la propria abitazione viene erogato dall’Istituto a seguito di presentazione da parte del genitore richiedente, che risulti convivente con il bambino,  di un attestato rilasciato dal pediatra  che attesti per l’intero anno di riferimento «l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica». In questo caso l’Inps eroga il bonus di mille euro in un’unica soluzione direttamente al genitore richiedente
Il Bonus Mamme domani 2018 è un premio nascita di 800 euro corrisposto a domanda della madre interessata dal settimo mese di gravidanza o per ogni figlio nato, adottato o affidato nell’anno in corso. Può quindi essere richiesto, anche nel caso di più figli nati nello stesso parto, senza graduatoria Inps e senza presentare il modello Isee 2018.

Bonus bebè 2018

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Bonus figli a carico 2018: cos’è e come funziona

Cominciamo questa nostra guida illustrando cos’è e come funziona il bonus figli a carico 2018. Ebbene, il bonus figli a carico 2018 consiste in una detrazione di spesa che si potrà far valere con la presentazione della dichiarazione dei redditi. La detrazione vale per ogni figlio considerato fiscalmente a carico dei genitori. Sul punto, la legge di bilancio 2018 ha previsto importanti novità. Vediamo, dunque, come sono cambiate le norme sulle detrazioni per i figli a carico, le previsioni in merito alla soglia di reddito entro la quale i figli possono essere considerati a carico fiscale dei genitori e tutte le novità in tema di bonus figli a carico 2018

Nuova soglia di reddito:

Con la legge di bilancio 2018 sale la soglia di reddito da 2.840,51 euro a 4 mila euro affinché il figlio possa essere considerato fiscalmente a carico e, dunque, affinché si possano far valere le detrazioni per i figli a carico. L’innalzamento della soglia trova applicazione esclusivamente per i figli di età non superiore a 24 anni. Al contrario, per il figlio con età superiore ai 24 anni, la soglia resta invece di 2.840,51 euro.  Con la nuova legge di bilancio 2018, dunque, un figlio si intende a carico fin quando il suo reddito annuo non supera i 2.840,51 euro. Dal 2019 l’importo del reddito annuo sarà aumentato a 4 mila euro per i figli con età non superiore a 24 anni. Nel caso in cui il figlio a carico dovesse superare i redditi indicati, il lavoratore beneficiario della detrazione dovrà versare il conguaglio.

Di norma, la detrazione spetta ad entrambi i genitori nella misura del 50% ciascuno, salvo un eventuale accordo che preveda la detrazione al 100% in favore del genitore col maggior reddito. Se invece un genitore è a carico dell’altro, la detrazione spetta nella misura del 100% a quest’ultimo. Nei casi di genitori separati o divorziati le detrazioni spettano al 100% al genitore affidatario; sono, invece, ripartite al 50% tra i genitori in caso di affidamento congiunto. Nel caso di genitori non sposati, si applicano le regole previste per i genitori separati in presenza di un provvedimento per l’affidamento dei figli, mentre in mancanza di questo si applica quanto previsto per i genitori coniugati.

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Vuoi riqualificare la tua casa?

Inizia scoprendo il consumo energetico della tua casa.
Anche quest’anno chi vuol riqualificare energeticamente la propria casa potrà usufruire delle detrazioni fiscali del 65%. Un’occasione imperdibile per ridurre il consumo elettrico di un immobile e risparmiare sulla bolletta della luce. Il primo passo per riqualificare la propria abitazione è la verifica del suo reale consumo, attraverso l’individuazione della classe energetica di appartenenza.
L’ultima legge di bilancio ha confermato la proroga delle detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2017.
Per gli interventi di riqualificazione energetica realizzati nelle parti comuni degli edifici condominiali è previsto un incremento dell’aliquota di detrazione al 70%.
La riqualificazione energetica di qualsiasi immobile inizia dalla scoperta del suo reale consumo energetico.
Lo strumento che si occupa di misurare la temperatura energetica di una casa è il cosiddetto attestato di prestazione energetica, la cui normativa è stata sottoposta negli ultimi due anni a un restyling totale.
E’ importante tener presente che l’attestato – che indica la classe energetica di un immobile, dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore) – deve essere obbligatoriamente allegato ai contratti di locazione e vendita di una casa, cosi come ai rispettivi annunci immobiliari.

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Casa, ecobonus per altri 5 anni. Per i condomini sale al 75%. Per il sisma fino all’85%

Ecobonus al 65% stabilizzato per cinque anni dal 2017 al 2021 e a crescere fino al 75% se l’intervento riguarda il condominio. Proroga di un anno, per il 50% sulle ristrutturazioni. Mentre chi ha effettuato lavori nel 2016 e acquisterà mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata nel 2017 potrà beneficiare ancora di uno sconto Irpef del 50 per cento.
#Agenziaedilcasa #FimaaComo #ilsole24ore

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